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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 4 luglio 2021

Vangelo di Marco 6,1-6

Gesù Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

 
Cristo rivela il mistero della vita
 
Il vangelo di questa domenica ci presenta un momento particolare della vita di Gesù: dopo il suo lungo soggiorno a Cafarnao, Egli torna nella sua “patria”, ossia a Nazareth. Gesù è preceduto e accompagnato dalla fama dei miracoli e dei segni che ha compiuto, e questo suscita ancora tanta curiosità in tutti. Gesù, di sabato, entra nella sinagoga e si mette ad insegnare. Quanti lo ascoltano rimangono stupiti dalle sue parole e dal suo insegnamento, e si domandano: “da dove gli vengono queste cose?”. La domanda rimanda l’attenzione alla vera identità di Gesù. Le persone fanno considerazioni su Gesù e sul suo insegnamento, a partire dalle conoscenze umane che hanno su di lui: “non è costui il falegname, figlio di Maria…?” La conoscenza dell’ambito, luogo, famiglia di Gesù, sembra essere sufficiente per capire che certe conoscenze e certa sapienza non può venire da Lui, “ed era per loro motivo di scandalo”. Ci rendiamo conto che Gesù viene dapprima accolto, ma poi rifiutato. Gesù si rende conto della lettura unicamente umana, della superficialità con cui lui viene accolto, e della durezza dei loro cuori. L’affermazione di Gesù: “un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”, rivela la sua identità di profeta e di colui che non può essere compreso solo con le categorie umane. Gli abitanti di Nazareth vorrebbero, probabilmente, vedere in Gesù, elementi fuori dal comune, per riconoscere in Lui qualcosa di speciale. Da notare che nessuno u negare la sapienza che Egli manifesta, attraverso il suo insegnamento, ma difficile da accettare che Lui, cittadino di Nazareth come loro, e di famiglia umile, possa parlare con autorità e chiedere, in nome di Dio, un cambiamento della loro vita. Possiamo davvero riconoscere il paradosso della nostra fede: un Dio che si incarna e attraverso l’umanità rivela il mistero della salvezza. I pochi miracoli che Gesù compirà, sono, tuttavia, il segno della sua divinità.
Ancora oggi viviamo la fatica di riconoscere in Gesù il Figlio di Dio, Colui che ci salva attraverso il mistero dell’Incarnazione. Oggi più che mai viviamo la stagione dell’indifferenza nei confronti di Gesù, dei suoi discepoli, della Chiesa, e ciò che non rientra nelle nostre  categorie umane, viene scartato, snobbato o addirittura rifiutato e calpestato pubblicamente. Il Signore si rivela nel mistero della Parola, dell’Eucarestia, della Chiesa, ma anche nella umanità e fragilità dei nostri fratelli. Chiediamo la grazie di riconoscerlo, accoglierlo e amarlo anche nelle povertà della nostra umanità.
 
Fr Giuseppe Piga
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