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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 27 giugno 2021

Vangelo di Marco 5,21-43

“Essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giairo, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: “La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva”. Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la
folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”.
I suoi discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?””. Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”. Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?”. Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, soltanto abbi fede!”. E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: “Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: ” Talità kum “, che significa: “Fanciulla, io ti dico: àlzati!”. E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare”.

Incontrare Gesù e conquistare la fede
 
Il vangelo di questa domenica, racconta due miracoli compiuti da Gesù: la guarigione della donna emorroissa e la risurrezione della figlia di Giairo, uno dei capi della sinagoga di Cafarnao. Questi due racconti sono sapientemente inseriti uno nell’altro, creando un percorso che conduce alla conquista della fede, centro dell’attenzione di questi episodi. Giairo ha una figlia moribonda, e nella disperazione e paura che possa morire, si aggrappa all’unica possibilità, gettandosi ai piedi di Gesù e chiedere con insistenza la guarigione della figlia. L’evangelista Marco inserisce, in questo racconto, l’evento di una donna che si trova tra la folla, e crede di essere guarita dalla sua malattia, solo toccando il mantello di Gesù. La donna aveva
molto sofferto, ma nonostante i tanti tentativi di cura, era peggiorata. Ora, anche lei cerca e trova la sua unica speranza di guarigione in Gesù che passava. La donna ha la certezza che Gesù potrà guarirla: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. In realtà la donna tocca le vesti di Gesù e viene guarita, ma è sorprendente e crea curiosità il fatto che Gesù stretto tra la folla, si accorge che qualcuno lo ha toccato. Gesù chiede chi sia stato, e la donna si presenta, e Gesù riconoscerà la fede della donna: “La tua fede ti ha salvata”. L’evangelista riprende il racconto lasciato a metà, con il momento in cui viene annunziato a Gesù la morte della figlia di Giairo, l’ingresso di Gesù nella casa e il miracolo della resurrezione.  Attraverso la narrazione dei due miracoli avviene il passaggio e trasmissione della fede, come un testimone che, consegnato dall’uno all’altro segna un nuovo cammino di vita. Quanto sarebbe difficile comprendere il significato della vita e la dimensione della fede se dovessimo comunicarla con concetti astratti. L’utilizzo della narrazione ci aiuta a comprendere come l’incontro con Gesù, nelle circostanze concrete della vita, conduce alla fede e la rafforza. Colpisce molto il fatto che Gesù incontra queste due persone che si trovano in situazione di sofferenza e povertà, che si rivelano capaci di riconoscere lo spessore della loro sofferenza, e riconoscono Gesù come l’unica speranza, e quindi decidono di “avvicinarsi” a Lui. Le due storie, intrecciate dal desiderio di guarigione, indicano un percorso: dalla fragilità della nostra condizione, alla decisione di
chiedere aiuto per prospettare un futuro carico di vita e di speranza. Anche noi, segnati dalle prove della vita, vogliamo imparare ad incontrare e “toccare” Gesù, desiderarlo, parlare con Lui, e quando incontriamo i fratelli, essere capaci di raccontare l’esperienza che cambia e dà valore alla vita.
 
Fr Giuseppe Piga
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