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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 20 giugno 2021

Vangelo di Marco 4,35-41

In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che moriamo?». Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?».

 
Affrontare con fede le tempeste della vita
 
Il vangelo di questa domenica ci rende spettatori e ascoltatori del racconto che descrive la tempesta sedata.
L’evangelista Marco, dopo aver presentato il discorso delle parabole, ci offre la possibilità di entrare nel mistero di Gesù, e di cogliere le manifestazioni della sua potenza di Figlio di Dio, vero Dio e vero uomo. Attraverso la descrizione dei miracoli che hanno come testimoni i discepoli, Gesù vuole far crescere in loro la fede e la loro adesione a Lui. Il vangelo della tempesta sedata descrive Gesù che dorme sulla barca mentre la tempesta sul lago di Galilea impaurisce i discepoli, che lo svegliano e gli dicono: “non t’importa che siamo perduti?”. L’evangelista Marco inizia a raccontare il mistero del Regno di Dio attraverso le azioni di Gesù: “Si destò, minacciò il vento e disse al mare: Taci, calmati. Il vento cessò e ci fu’ grande bonaccia”.
Siamo invitati, dinanzi alle tempeste della vita, a non avere paura e a crescere nella fede. Davvero molto importante per noi, riconoscere le prove e le tempeste che disturbano, condizionano o turbano la nostra esistenza, ma è importante sapersi affidare a Colui che ha il potere di agire in nostro favore e di vincere le potenze del male. La conclusione del vangelo odierno pone in bocca ai discepoli una domanda: “Chi è, dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?”
Anche noi vogliamo chiederci chi è Gesù? 
L’evangelista Marco orienta la nostra attenzione su questa domanda, e ci offre la possibilità di dare la risposta di fede. Tutto il vangelo racconta e descrive il mistero di Gesù Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza. Gesù è, dunque, il Salvatore, il Figlio di Dio, il senso della nostra vita. Proviamo a guardare con attenzione a tutto il percorso della nostra vita, per riconoscere le tante prove e sofferenze della vita, ma anche le volte in cui ci siamo trovati in situazioni davvero difficili, e ci siamo affidati al Signore, che ci ha fatto sperimentare la sua presenza e ci ha offerto uno sguardo nuovo sulla vita e sulla storia. Spesso, la vita del mondo e della Chiesa, come anche il nostro vissuto personale e familiare, presenta situazioni talmente difficili, da chiederci dove sia Dio. Spesso Egli appare lontano o addirittura nascosto, lasciandoci dinanzi ad una situazione di limite, solitudine e di impotenza dinanzi alle prove e sofferenze, come in questo tempo di pandemia e dinanzi alle povertà della vita, ma la scopriamo che Lui, anche quando sembra “addormentato”
è presente e operante nella nostra vita.
 
Fr Giuseppe Piga
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