it Italian
ar Arabiczh-TW Chinese (Traditional)en Englishfr Frenchit Italian
OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 7 marzo 2021

Vangelo di Giovanni 2,13-25

Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e  colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!». I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divorerà.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?». Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo.


Gesù, nuovo tempio della presenza di Dio
 
Il cammino quaresimale si pone dinanzi a noi come tempo di conversione e di ascolto della Parola di Dio, offrendoci anche in questa domenica l’opportunità di crescere nella fede per comprendere i “segni” compiuti da Gesù. Il brano evangelico ci presenta Gesù che sale a Gerusalemme, al tempio, in prossimità della Pasqua dei giudei. Il tempio, centro della vita dei giudei, era il luogo della presenza di Dio, e quando Gesù vede che è stato trasformato in un luogo di commercio, scaccia i venditori dicendo “non fate della casa del Padre mio un mercato” e purifica il luogo sacro, restituendogli la dignità. Tale comportamento di Gesù non viene compreso, e gli viene chiesto un segno che giustifichi il suo operato. Il segno che Gesù lascia, è quello del tempio stesso: “distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”, rimandando all’evento della morte e resurrezione, con la quale ha ricostruito per sempre il vero tempio della presenza di Dio tra gli uomini. Nessuno comprende il discorso di Gesù sulla distruzione del tempio e la sua ricostruzione in tre
giorni, se non soltanto i suoi discepoli, e solo dopo la sua risurrezione. Lui è presentato come colui che dà un senso nuovo al tempio e al rapporto di ciascuno di noi con Dio. Nella fede in Cristo morto e risorto, ciascuno di noi diventa tempio vivo della presenza di Dio. Molto significativa l’annotazione dell’evangelista: “mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome”. Questo tempo di Quaresima che ci conduce alla Pasqua, è un tempo tipicamente di conversione e di
fede. Siamo invitati a riscoprire la fede in Cristo morto e risorto. Chiediamoci chi sia per noi Gesù. Quale idea ha il mondo e quale idea abbiamo noi? Riconosciamo in Gesù, Colui che rivela la presenza di Dio e che attraverso la sua morte e resurrezione instaura un nuovo legame tra noi e Dio? La nostra fede ci conduce all’incontro con il mistero di Cristo, vero tempio della presenza di Dio. Vogliamo riconoscere in ogni fratello e sorella il volto di Gesù che abita in noi, si manifesta nella nostra vita e chiede di essere accolto ed amato.
Ci rivolgiamo a Dio nostro Padre con le parole della liturgia di questa domenica: “Signore nostro Dio, che riconduci i cuori dei tuoi fedeli all’accoglienza di tutte le tue parole, donaci la sapienza della croce, perché in Cristo tuo Figlio diventiamo tempio vivo del tuo amore”.
 
Fr Giuseppe Piga
Condividi questo articolo