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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Il metodo della Caritas: il discernimento

Riprendiamo il nostro percorso alla scoperta del metodo Caritas, che attraverso i passi dell’ascoltare e osservare, oggi ci conduce al terzo passo, ossia al Discernere.

La parabola del Buon Samaritano (Luca 10,25-37), con cui ci siamo introdotti al metodo, ci aiuta a capire quale importanza abbia l’ascolto e l’osservazione di un fatto o situazione. Solo quando si ha una buona conoscenza di quanto vogliamo analizzare, possiamo compiere il passo del discernimento.

Quale significato riconosciamo al verbo discernere?

Con il verbo discernere intendiamo la capacità di comprendere chiaramente una situazione, per poter capire ciò che è buono e ciò che è male, ciò che può portare frutto da ciò che non ne porta. Vogliamo imparare a distinguere e separare le parti per valutare meglio il da fare. Il metodo Caritas ci conduce a pensare e progettare interventi costruttivi e di nuova autonomia, rispetto a situazioni di disagio da affrontare. Proprio per questo bisogna aver chiaro il quadro della situazione per riflettere e decidere l’intervento da effettuare e le modalità da mettere in atto. Quando il discernimento viene fatto con attenzione e dopo una profonda lettura della situazione, ci si orienta verso la realizzazione dell’intervento, che assume la sua valenza pedagogico educativa, sia per la persona e la situazione in oggetto, come per l’intera comunità. Comprendiamo che l’intervento su una situazione, non si chiude con la progettualità sul caso in oggetto, ma necessariamente coinvolge e responsabilizza la comunità, mettendo in risalto la capacità di lettura, valutazione, coinvolgimento, crescita di un contesto parrocchiale e sociale, territoriale, mettendo in rete il lavoro di varie parti rappresentanti del territorio. In sintesi possiamo dire cosa intendiamo per discernere e quale sia l’obiettivo di tale azione.

 

Discernere è… 

  • Distinguere, decidere, assumere responsabilità, riguardo alle problematiche individuate sul territorio
  • Rendersi conto che l’amore preferenziale per i poveri è un criterio di discernimento pastorale ineludibile per la comunità cristiana
  • Confronto su quanto viene rilevato, con gli Uffici pastorali diocesani e gli organi di partecipazione, per comprendere come rispondere a ciò che Dio ci chiede
  • Progettare e lavorare in rete con i vari soggetti pastorali e della comunità civile

 

Discernere per… 

  • Animare e coinvolgere la comunità cristiana
  • Curare in modo specifico la formazione degli operatori sul tema della pastorale della carità e delle politiche sociali
  • Acquisire uno stile progettuale che esca dalla logica dell’emergenza e nasca dall’analisi attenta della realtà.

Comprendiamo come il metodo Caritas, attraverso il discernimento ci aiuti a leggere e valutare, a livello umano e sociale, ma sorretti e accompagnati dalla fede, le varie situazioni di povertà presenti nel territorio, chiamarle per nome, e individuarne le cause, in vista della sensibilizzazione e responsabilizzazione della comunità. E’ molto importante il coinvolgimento comunitario in termini di analisi, studio, collaborazione e progettazione condivisa che conduca ad una presa in carico dei problemi da affrontare e tentare di risolvere con significativi passaggi di crescita sociale e di fede della stessa comunità cristiana e civile.

Come Chiesa e comunità cristiana leggiamo la povertà dei nostri territori, facciamo discernimento e coinvolgiamo le comunità parrocchiali perché l’incontro con il povero sia davvero un incontro con Cristo. Il processo avviato con il Metodo è davvero un processo che vuole condurre alla liberazione dai problemi o almeno alla consapevolizzazione e ad individuare nuovi stili di vita, sia per la comunità cristiana, sia per la persona in disagio. Quindi non si illude la persona e non ci si sostituisce ad essa né alle istituzioni, ma si stimola la crescita in termini di responsabilità personale e comunitaria, per un discernimento condiviso. Questi sono i passaggi che traducono il comando dell’amore verso Dio e verso i fratelli. Quando il discernimento viene fatto in stile comunitario e in rete, produce risultati di crescita a vantaggio di tutti, e apre un percorso virtuoso di animazione e promozione delle persone e dello stesso territorio.

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