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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 19 settembre – 2021

Vangelo di Marco 9,30-37

In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Istruiva infatti i suoi discepoli e diceva loro: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma una volta ucciso, dopo tre giorni, risusciterà”. Essi però non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni.

Giunsero intanto a Cafarnao. E quando fu in casa, chiese loro: “Di che cosa stavate discutendo lungo la via?” Ed essi tacevano. Per la via infatti avevano discusso tra loro chi fosse il più grande. Allora, sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: “Se uno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti”.

E preso un bambino, lo pose in mezzo e abbracciandolo disse loro: “Chi accoglie uno di questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”.

Chiamati a servire
 
Il vangelo di questa domenica si pone in continuità con quello di domenica scorsa, passando dalla professione di fede dell’apostolo Pietro e dal primo annunzio della passione, fatto da Gesù, al suo secondo annunzio. I discepoli non sono capaci di capire le parole di Gesù, e sono spaventati dal discorso sulla croce. Essi attendono e sognano un messia potente e glorioso, e non sanno accettare, invece, l’idea di un messia sofferente che va incontro alla morte e alla morte di croce. Mentre Gesù parla con i suoi discepoli, insegna loro, ad affrontare con realismo la vita, e li forma e li prepara ad essere capaci di assumere la logica della croce, per essere poi, testimoni di resurrezione. I discepoli non vogliono riconoscere e ammettere la paura e il disagio, dinanzi alle parole di Gesù, ma sarà proprio Lui, attraverso le sue domande, ad aiutarli nella comprensione del mistero di morte e resurrezione.
“Di che cosa stavate discutendo per la strada?”, chiede Gesù ai discepoli, ma loro non rispondono, e Gesù insegna loro il valore del servizio, come via privilegiata per regnare. In realtà Gesù sta raccontando il mistero della sua vita e il suo mettersi al servizio dell’umanità, attraverso quello che sarà il sacrificio della passione, croce, morte e resurrezione: Gesù diventa il servo dell’umanità. I discepoli parlavano di chi fosse il più grande, ma Gesù insegna loro, che la grandezza sta nel servire: “Se uno vuol essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti.” Siamo invitati ad essere piccoli per accogliere con docilità la logica del regno di Dio. Siamo tutti invitati ad essere discepoli di Gesù, camminando con Lui, sulla via della donazione, del servizio e della croce. Noi uomini, invece, vogliamo regnare e non servire, vogliamo salire su troni di gloria e non metterci a livello degli ultimi e poveri. In realtà la nostra vita cristiana, sin dal Battesimo, ci ha inseriti in Cristo morto e risorto, come membra vive della Chiesa, per essere testimoni. Gesù raduna anche noi, oggi, per parlare al nostro cuore e aiutarci a percorrere la via della donazione e del servizio. Siamo chiamati ad essere piccoli, imparando dagli ultimi e dai poveri il valore della vita: solo chi è povero può comprendere e accogliere il Signore nella sua vita, senza la pretesa di primeggiare sugli altri, ma piuttosto con la volontà di servire.

Fr Giuseppe Piga
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