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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 25 luglio 2021

Vangelo di Giovanni 6,1-15

Dopo questi fatti, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.

Dal nostro poco, Dio realizza il molto per tutti
 
Il vangelo di questa domenica, dell’evangelista Giovanni, riporta il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, operata da Gesù sulla riva del lago di Tiberiade. Mentre Gesù si muove da una riva all’altra del mare, viene seguito da una grande folla, e Lui si siede e ammaestra. Alla vista di quella moltitudine Gesù si pone la domanda su cosa fare per saziare le persone presenti: “dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. La preoccupazione di Gesù per la folla, ci condurrà alla comprensione e
consapevolezza che solo Gesù potrà saziare la vera fame e Lui solo sarà il “pane della vita”. Gesù incontra la folla e la intrattiene con i suoi insegnamenti, ma non dimentica le esigenze di quella folla, anzi, partirà dalla esigenza fisica del pane, per giungere alla esigenza dello spirito. Sarà proprio Gesù a rendersi conto che quella folla ha bisogno di mangiare, e domanda a Filippo, cosa si potrebbe fare, coinvolgendo gli apostoli in una situazione molto concreta, anche se difficile da affrontare. Non si presenta alcuna possibilità di risoluzione, se non quella di un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci, ma, “che cos’è questo per tanta gente?”. Gesù sa benissimo quello che sta per fare, e chiede di far sedere la moltitudine: “erano circa cinquemila uomini”. Avviene il miracolo: Gesù prese i pani e i pesci e, dopo aver reso grazie, li diede alla folla perché ne mangiassero quanto ne volevano. L’evangelista ci racconta che tutti mangiarono e ne raccolsero dodici canestri con i pezzi avanzati. Gesù è capace di accorgersi della fame del popolo e sa anche come fare per nutrire la folla, ma, ha bisogno del nostro poco, perché nelle sue mani diventi molto. Il poco che noi siamo e che abbiamo, diventa prezioso dinanzi al Signore. Siamo invitati a riconoscere le risorse e i doni che abbiamo, e credere che solo mettendoli a disposizione del Signore e dei fratelli, essi moltiplicano a vantaggio di tutti. Gesù si offre totalmente per noi, ma desidera che anche noi ci offriamo e impariamo ad offrire anche ciò che possediamo. Il poco della nostra vita diventa prezioso agli occhi di Dio. La fede che abbiamo ricevuto diviene segno di testimonianza attraverso le parole, ma soprattutto nei gesti di carità.
Saremo capaci di promuovere il bene e la carità, solo nella misura in cui impariamo a donare il poco che siamo. Dinanzi a tante sofferenze, alla solitudine, e ai tanti bisogni dell’umanità, possiamo essere testimoni di fede e promuovere il bene, ogni volta che sappiamo donare il poco che siamo. Questa è la misura della carità e dell’amore di Dio che si fa pane di vita per noi.
 
Fr Giuseppe Piga
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