it Italian
ar Arabiczh-TW Chinese (Traditional)en Englishfr Frenchit Italian
OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 16 maggio 2021

Vangelo di Marco 16,15-20

Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l’accompagnavano.

Inviati ad annunziare il vangelo

Stiamo vivendo il tempo di Pasqua, proiettati verso la Pentecoste, e in questa domenica celebriamo l’Ascensione di Gesù al cielo. Dopo la resurrezione, Gesù appare più volte ai discepoli, in vari luoghi e situazioni, e accompagna il loro cammino di fede, confermandoli nel mistero della sua resurrezione. Il tempo che intercorre tra la Pasqua e l’Ascensione, è il periodo in cui la parola di Dio accompagna anche il nostro cammino di fede nella resurrezione di Gesù. Il vangelo di questa domenica, racconta come Gesù, dopo la sua resurrezione, appare agli Undici, li rimprovera come “duri di cuore” perché non avevano creduto alla sua resurrezione , e affida loro il mandato missionario: “andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo a ogni creatura”. Il brano evangelico di oggi si conclude con il racconto dell’Ascensione del Signore, al cielo, e così si chiude anche il vangelo di Marco. Gesù, prima di salire al cielo, affida il mandato missionario alla sua Chiesa, nella persona dei suoi apostoli, perché fossero loro i continuatori della sua presenza e azione nel mondo.
Gli apostoli sono persone fragili e segnati dal dubbio, ma a loro viene affidato 
l’annunzio del vangelo. L’efficacia della predicazione non dipende dalla capacità degli apostoli ma dalla potenza dello stesso annunzio della morte e resurrezione di Cristo. Anche noi, oggi, siamo gli annunziatori e testimoni di Cristo, in ogni ambiente e situazione di vita. La nostra missione è quella di portare a tutti il messaggio di salvezza, di portare luce dove sono le tenebre e liberando l’uomo di oggi dalle catene della povertà spirituale, morale, materiale, restituendo e offrendo percorsi di speranza. L’Ascensione di Gesù segna il momento della responsabilità per la prima comunità cristiana, ma anche per noi. Dobbiamo andare e proclamare.
Andare significa sapere di essere sempre in cammino e mai arrivati, raggiungere l’uomo nei 
posti di vita, nelle famiglie, nei posti di lavoro e sofferenza e giungere nelle “periferie” fisiche ed esistenziali dell’uomo di oggi. Proclamare il vangelo significa che non possiamo tacere, stare in silenzio o far finta di nulla, quando vediamo situazioni che coinvolgono la nostra fede e chiedono il coraggio di esporsi e prendersi cura degli altri. La nostra forza è la certezza che Gesù è asceso al cielo, ma non ci ha abbandonati: Lui è sempre con noi sino alla fine del mondo, e ha lasciato noi per dare al mondo la testimonianza che egli è risorto ed è il Vivente.

Fr Giuseppe Piga

Condividi questo articolo