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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 8 marzo 2020

Commento al Vangelo di Matteo 17,1-9

CON GESU’ SUL MONTE PER ESSERE SEGNO DI NUOVA SPERANZA

In questa seconda domenica di Quaresima, prosegue il cammino della Chiesa e di ogni credente, verso la Pasqua, illuminati dalla luce del Cristo trasfigurato.L’evento della trasfigurazione, segna una svolta nella missione di Gesù, dopo la professione di fede di Pietro e il primo annunzio della passione. Gesù porta con sé, sopra il monte Tabor, Pietro, Giacomo e Giovanni, che vengono coinvolti dalla manifestazione di Gesù. Davanti a loro Gesù viene trasfigurato, e il suo volto appare splendente, e la voce dalla nube dice “Questi è il Figlio mio, l’amato, il lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Accanto a Gesù si manifestano Mosè ed Elia, che rappresentano la Legge e i Profeti.  Pietro vorrebbe rimanere lassù con Gesù, immerso nella bellezza di quell’avvenimento unico, ma sarà necessario tornare alla pianura, alla vita ordinaria, portando la luce di quell’evento che ha il potere di rinnovare ogni nuova esperienza e dare senso nuovo alla vita quotidiana. Illuminati da quella visione, i discepoli saranno capaci ed avranno la forza interiore di seguire Gesù sino a Gerusalemme e sino alla morte di croce, in attesa di contemplare la luce della resurrezione. L’itinerario della quaresima, è per tutti noi, la strada della sequela di Cristo. La Trasfigurazione ci rivela la presenza di Dio, che si rivela e sostiene il cammino della Chiesa, inondando e illuminando la fatica del cammino con la luce sfolgorante del Cristo. Difronte alle tante sofferenze della vita dell’uomo, siamo invitati a ritrovare una nuova speranza, che diventa forza e coraggio nelle prove, ma anche capacità di dirsi cristiani e discepoli, quando sembra che le tenebre e l’oscurità abbia l’ultima parola. La salita sul Tabor ci prepara alla salita a Gerusalemme e alla Pasqua. Il voler stare con Gesù sul monte, è il desiderio di stare con Lui in ogni situazione, in ogni povertà della vita e in ogni momento in cui ci pare di non vedere via d’uscita.  Il nostro vissuto quotidiano, le prove e sofferenze personali ma anche di tutta l’umanità, divengono il luogo e la condizione speciale per sperimentare la presenza di Gesù, che indica il cammino da fare e sostiene la fatica, orientandoci alla luce pasquale.  Nel momento in cui ci mettiamo al servizio dei nostri fratelli, li visitiamo nel momento della solitudine e del dolore, si rivela il Cristo trasfigurato.  Chiediamo al Signore, di renderci capaci di ascoltare la Sua voce, di camminare come Gesù verso Gerusalemme, per partecipare alla sua passione e morte e alla Sua Resurrezione, e, già da ora essere testimoni di vita nuova per i fratelli che incontriamo nel cammino della vita.

P. Giuseppe Piga

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