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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 26 gennaio 2020

Commento al Vangelo di Matteo 4,12-23

Il Vangelo di questa domenica ci presenta Gesù che inizia il suo ministero e la sua vita pubblica nei villaggi e città della Galilea. La sua missione non ha come luogo di partenza la città di Gerusalemme, centro religioso della vita di ogni ebreo, ma le periferie, le zone dove si trovano persone provenienti da varie località, la Galilea delle genti. L’evangelista Matteo mette in risalto le vicende della vita di Gesù, come compimento delle Scritture: Legge, Profeti, Salmi. Anche l’inizio del ministero di Gesù è una conferma delle Scritture. Oggi ci viene detto che Gesù, alla notizia dell’arresto di Giovanni Battista, da cui lui si era fatto battezzare, lascia Nazareth e si trasferisce a Cafarnao, nella Galilea delle genti, città di frontiera, luogo di passaggio e traffico commerciale, e così, ancora una volta da compimento alle scritture. Qui Gesù inizia a predicare: ”Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino”.

La conversione viene presentata non come il cambiamento di singole azioni isolate, ma come la novità di uno stile di vita e l’assunzione di una nuova mentalità per tornare al Signore e aderire a Lui, nella certezza che la conversione non la si raggiunge una volta per tutte, ma che è un continuo cammino che fa i suoi passi giorno per giorno. La predicazione di Gesù attira i discepoli e li invita alla conversione. Proprio in continuità all’annuncio di Gesù, Matteo inserisce la chiamata dei primi quattro discepoli: mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vede e chiama “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. I pescatori di Galilea rispondono all’appello di Gesù in modo libero, lasciando subito la barca, le reti, il padre, per mettersi all’ascolto e alla sua sequela.Gesù è un uomo itinerante, un viandante, uno che va verso le periferie della storia e della vita per incontrare l’uomo, mettersi in ascolto, condividere il suo vissuto e invitarlo a cambiare il cuore per essere davvero realizzato secondo la volontà di Dio. Gesù incontra e guarisce il cuore, il corpo e l’intera esistenza dell’uomo. Dove entra Gesù la vita cambia assolutamente.A noi viene chiesto di accogliere Gesù, di ascoltarlo e seguirlo con la nostra vita concreta di ogni giorno. Nella Galilea delle genti, in un luogo di “morte” Gesù porta la luce della sua presenza a tutti, a chi vive lontano dalla fede, da Dio, a chi non crede, a chi non trova motivo per credere nella vita, a chi non ha speranza. Chi riceve la chiamata di Gesù, chi lo incontra, chi ascolta la sua parola, entra in un cammino di novità, di speranza, di luce e di gioia.Gesù chiede di seguirlo, di camminare con lui, dietro a lui, come si esige dal discepolo che segue il maestro. Oggi il Signore continua a camminare nella storia degli uomini e nelle nostre strade, si reca nelle nostre periferie e ci guarda. Ci chiama e si prende cura della nostra vita per risanarci, per consegnarci una nuova opportunità e per renderci capaci di accoglierlo e di amarlo nei fratelli più piccoli, fragili e poveri. Oggi siamo noi credenti, noi Chiesa, i continuatori dell’opera di Gesù, e attraverso il nostro sguardo, ascolto, incontro, parole ed esempio, diveniamo capaci di attirare a Dio il cuore di ogni fratello e sorella incontrati nel nostro cammino. Chiediamo la piena consapevolezza di tale dono e di così grande responsabilità.

P. Giuseppe Piga

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