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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento Vangelo domenica 17 novembre

A cura di Fra Giuseppe Piga

DOMENICA 17 NOV. 2019 33° DEL T.O.
LUCA 21,5-19
“Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta”: questo dice Gesù mentre alcuni parlavano del tempio. Gesù che annunzia la distruzione del tempio di  Gerusalemme, “ornato di belle pietre e di doni votivi”. Gesù non è venuto a distruggere, ma vuole ricordarci che tutto ciò che noi siamo, viviamo, ma anche ciò che di più prezioso possiamo costruire e avere, come il Tempio, se non è visto e letto nella logica della “Novità” che Cristo è venuto a portare, rimane solo una realtà umana che subirà la stessa sorte di ogni cosa: rovina, morte, distruzione. La nostra esistenza umana è segnata dalla finitudine e dalla fine di ogni cosa, che in noi crea paura o angoscia. Vorremmo sapere cosa avverrà o ancor più quando, ma non ci è dato sapere. Gesù non comunica date o scadenze precise, ma ci invita ad attendere impegnandoci a mantenere viva la fede, nonostante gli ostacoli o le difficili prove della vita. Gli sconvolgimenti della natura, pur creando in noi paura e angoscia, non sono terrificanti come quelli che gli uomini provocano: odio tra gli uomini, tra i popoli; guerra; distruzione fisica e morale dell’altro.
Nonostante la fede in Cristo Gesù, sperimentiamo, da uomini, il richiamo e l’attrazione di tante altre voci
che non provengono da Dio, e anche noi siamo tentati dal male, dall’odio, dalla voglia di muovere guerra, dal creare divisioni tra le famiglie e tra i popoli. Oggi, difronte ad uno scenario di instabilità, di insicurezza, di ingiustizia e ad una società che si allontana da Dio e dai valori di fede ma anche umani, siamo chiamati ad essere segno di Speranza per tutti e per ogni uomo. Siamo invitati a riconoscere e scegliere ogni giorno il Signore, in modo libero e incondizionato per essere forti nella fede, trovare conforto nel mistero di morte e resurrezione, per trovare luce nelle situazioni tenebrose vita nella morte e gioia laddove siamo nel pianto. Questa Domenica che orienta la nostra attenzione verso “le cose ultime”, coincide provvidenzialmente con la Giornata Mondiale del Povero, indetta da Papa Francesca, e in tale occasione siamo chiamati ad essere per ogni uomo sofferente e povero un segno di speranza e di novità: capaci di nuova solidarietà e di prossimità, giustizia, ascolto, attenzione e cura per ogni fratello, per costruire insieme il bene, in attesa del Regno dei cieli.

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