Gesù dona la luce e la vita nuova
In questa domenica ci troviamo dinanzi al brano di vangelo che descrive l’incontro tra Gesù e un cieco di nome Bartimeo. L’evangelista Marco pone questo racconto, quasi a cerniera, tra il ministero di Gesù e il suo ingresso nella città di Gerusalemme, dove si compiranno i misteri della sua morte e resurrezione. Inoltre il miracolo descritto, è l’ultimo compiuto da Gesù, prima dell’ingresso in Gerusalemme. Il brano si compone di varie scene: la descrizione del cieco che siede a mendicare, il passaggio di Gesù che parte da Gerico, la preghiera e il grido del cieco verso Gesù, che lo fa chiamare e dialoga con lui, ed infine il miracolo e la sequela di Gesù. Il racconto è la manifestazione di Gesù, Figlio di Dio, che osserva, ascolta, incontra, guarisce e offre il dono di seguirlo. In una descrizione di un fatto, viene presentato l’itinerario spirituale di chi, incontrandosi con Gesù, ottiene il passaggio dal buio alla luce della fede. Bartimeo viene posto al centro del racconto, descrivendo con chiarezza la sua situazione di vita: a causa della cecità si sente costretto a
mendicare, e sta seduto, inoperoso e in attesa che qualcuno lo veda e si prenda cura di lui. Inoltre, quando sente che Gesù sta passando, grida con forza: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!”, facendo una vera e propria professione di fede in Gesù Figlio di Dio. Dinanzi a molti che lo rimproverano perché taccia, il cieco grida più forte, manifestando la sua richiesta irrinunciabile di incontrare Gesù. L’emarginato, il lontano, colui che vive sul bordo della strada e della vita sociale, desidera e vuole incontrare Gesù, lo riconosce Figlio di Dio, e ottiene la guarigione. Seguire Gesù è il frutto di un incontro importante che cambia la vita e permette di vedere in modo nuovo la vita, la storia e la presenza di Dio. Dinanzi a tale esperienza, siamo chiamati ad immedesimarci in Bartimeo e rileggere il nostro vissuto, la nostra umanità ferita ma anche il nostro desiderio di incontrare il Signore. Anche noi siamo ciechi, incapaci di incontrare il vero volto di Gesù, e di lasciarci coinvolgere dal suo sguardo, dal suo ascolto e dalla parola che salva e guarisce. L’esperienza della guarigione non può essere scontata e non la si può raccontare se non la si vive in prima persona, coinvolgendo il cuore e la vita. Spesso siamo ciechi perché non vogliamo incontrare l’altro, non vogliamo ascoltarlo, non vogliamo coinvolgerci nelle altrui sofferenze e forse crediamo in un Dio tutto nostro e poco degli altri. In questo nuovo temo della storia e della vita del mondo e della Chiesa, chiediamo di saper camminare insieme, per cogliere il grido del povero, ascoltarlo e offrire ciò che di più prezioso abbiamo incontrato: Gesù Figlio di Dio.
Fr Giuseppe Piga