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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 15 agosto 2021

Vangelo di Luca 1,39-56

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e Santo è il suo nome:
di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato a mani vuote i ricchi.
Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Maria segno di Speranza
 
La domenica che stiamo vivendo, coincide con la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, e ci offre l’opportunità di contemplare il mistero di Dio, attraverso l’esperienza di Maria, che oggi contempliamo
nella gloria del cielo. Il vangelo di oggi ci presenta la pagina stupenda della visitazione di Maria ad Elisabetta
e il cantico di Maria che riconosce le meraviglie che Dio ha compiuto in lei. Maria è colei che, scelta da Dio
per diventare la madre del Suo Figlio, ha dato il suo libero e gioioso consenso, ed ora si reca dalla cugina per
sostenerla nell’ultimo tempo della gravidanza e della nascita di Giovanni il Battista. L’incontro delle due
madri diventa, misteriosamente, l’incontro tra i due figli. Maria viene riconosciuta da Elisabetta, come la
Madre di Dio: “A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?”. Il saluto di Maria diventa
motivo di gioia per il bambino che Elisabetta porta in grembo! Desideriamo contemplare le parole del
Magnificat, con le quali Maria rende lode, magnifica, esalta Dio, suo Salvatore perché “ha guardato l’umiltà
della sua serva” e perché “grandi cose ha fatto” per lei il Signore. La celebrazione della solennità odierna,
evidenzia la grandezza di Dio che ha esaltato l’umiltà di Maria, rendendola per noi “segno di consolazione e
di sicura speranza”. Maria, oggi, è presentata come la donna bella, immagine della Chiesa e prima tra i
redenti. Il mistero dell’Assunzione al cielo di Maria, è strettamente legato alla Pasqua del suo Figlio Gesù.
Lei, pensata e voluta senza macchia di peccato, perché doveva concepire e generare il Figlio di Dio,
partecipa del mistero della redenzione, per i meriti della passione, morte e resurrezione del Figlio, ed ora la
contempliamo nella gloria del cielo. La conclusione della vita terrena di Maria, è segnata dal suo passaggio
al cielo, la sua assunzione in anima e corpo. La preghiera liturgica del prefazio di oggi, ci fa pregare così: “Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che, in modo ineffabile ha generato nella carne il Tuo Figlio, autore della vita”. Dinanzi a questo mistero vogliamo sostare in contemplazione. Dio fa
cose grandi in colei che si è messa in ascolto della Parola, che in lei si fatta carne; in colei che ha obbedito
alla Parola, che si è resa docile e disponibile perché in lei si compisse la volontà di Dio. Oggi lei è per noi
l’arca della nuova alleanza. Lei è Madre che ogni giorno genera per noi e in noi il suo Figlio Gesù. Chiediamo
la docilità alla Parola, perché nelle difficili situazioni del mondo, sappiamo essere segno della presenza di
Dio nella storia, ma anche testimoni della vita piena che Dio ha pensato per tutti noi.
 
Fr Giuseppe Piga
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