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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 25 ottobre

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». 

TESTIMONI DELL’AMORE DI DIO PER AMARE I FRATELLI
 
Il brano di vangelo di questa domenica, pur nella sua brevità, ci rivela il grande comandamento dell’amore. Mentre Gesù vive i suoi ultimi giorni a Gerusalemme, prima dell’arresto e della sua passione, lo ritroviamo in disputa con i farisei e i sadducei, conoscitori e interpreti della Legge di Dio, la Torah. Nel loro discorso, pongono a Gesù la domanda su quale sia il più grande comando della legge, pensando di coglierlo in fallo nella sua risposta, ma non andrà come loro pensano. Gesù non entra in merito a tutti i precetti della legge, ma va al cuore della vita di un credente in Dio, ossia al precetto dell’amore, e su questo si pone in profonda sintonia con la Torah, ma poi fa un passo avanti, spiazzando gli interlocutori. L’amore per Dio non può essere distinto o separato dall’amore per i fratelli, anzi essi sono in profonda e inscindibile relazione. Non possiamo comprendere l’amore di Dio se non comprendiamo l’amore per il prossimo, e di conseguenza non possiamo mettere in atto l’amore per Dio, se non viviamo concretamente l’amore per i nostri fratelli. Il mistero della nostra vita e della nostra fede è il mistero dell’amore: per amore siamo stati pensati, voluti, creati e redenti.
Dio riversa continuamente su di noi il suo amore, e chiede a noi di riversare a nostra volta l’amore verso i nostri fratelli. Dovessimo provare a coniugare il verbo amare con le tante azioni che da esso discendono, dovremo parlare di ascolto, attenzione, prossimità, cammino insieme, condivisione, rispetto, valorizzazione dell’altro, e infine, dare la vita per l’altro. Il modo più grande ed eloquente perché gli altri ci riconoscano come discepoli del Signore, è l’amore che saremo capaci di donarci. La testimonianza della nostra fede e la manifestazione dell’amore per Dio e per i fratelli, diventa testimonianza di carità. In quanto credenti, siamo chiamati a sostenere il cammino dei nostri fratelli, vicini o lontani, poveri, soli, ammalati, sfruttati, stranieri, senza lavoro, senza speranza. La Chiesa, fa sue le azioni di Gesù, e ci invita ad ascoltare, osservare e discernere, per poter poi animare la comunità cristiana perché sia segno e rimando all’amore di Dio. Siamo invitati a domandarci quanto percepiamo l’amore di Dio e quanto ci sentiamo accompagnati da Lui. Inoltre quanto siamo disponibili, ad amare concretamente i fratelli che la vita ci pone accanto? Ricordiamoci che saremo giudicati sull’amore che avremo avuto gli uni per gli altri. Signore insegnaci ad amare.
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