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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento vangelo 9 febbraio 2020

Commento al Vangelo di Matteo 5,13-16

Chiamati ad essere Luce e a indicare il senso della vita: Cristo

La pagina odierna del Vangelo di Matteo, ci presenta Gesù che, dopo aver proclamato le Beatitudini, nel celebre discorso della montagna, invita i discepoli ad essere “sale della terra e luce del mondo”. Gesù utilizza un linguaggio semplice ed efficace, traendo spunto da immagini ed esperienze della vita di ogni giorno: il sale non può esistere per se stesso, ma per dare sapore al cibo, come la luce per illuminare il cammino di ogni uomo. Senza la luce non è possibile la vita e senza il sale la vita è priva di gusto.  Coloro che hanno ricevuto il messaggio forte delle beatitudini nella speranza delRegno dei cieli, sono ora richiamati a trovare la loro vera identità nell’essere discepoli autentici, significativi, capaci di cambiare il mondo dando sapore e luce alla vita di ogni giorno e di ogni tempo. Ai discepoli diene promesso il regno dei cieli, ma gli viene consegnata una grande responsabilità e una straordinaria missione nella storia degli uomini: essere sale e luce, segno e rimando a Dio. I discepoli di Gesù costituiscono la prima comunità cristiana, chiamata a riconoscere la sua responsabilità di essere per tutti e in ogni tempo fermento di vita nuova e di rinnovata speranza. La comunità diviene”luce e sale”, per rischiarare chi, oggi vive nelle tenebre e chi non trova il senso alla propria esistenza. : “così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli. Oggi, assistiamo ad una profonda crisi di identità da parte dei cristiani, e spesso il mondo ci vorrebbe ai margini del vissuto sociale e politico, come se il nostro contributo non fosse importante o determinante. Accogliamo in modo rinnovato la chiamata a vivere in modo più profondo e vero la nostra fede, incidendo in ogni ambito di vita, e, soprattutto continuando a lottare per la giustizia e la pace tra i popoli. In nome di Dio siamo i nuovi profeti che annunziano e mettono in pratica il Vangelo di Cristo. Se non portiamo luce a chi vive la sofferenza e il travaglio della povertà, ci spegniamo anche noi, perché mettere in atto la carità, alimenta il nostro cuore e aumenta la grazia di Dio. Non stiamo nascosti e ritirati, per falsa umiltà o vergogna, laddove possiamo portare luce ad ogni uomo e ad ogni povero in cerca di Dio e di nuova speranza.

P. Giuseppe Piga

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