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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento Vangelo domenica 22 dicembre

Commento al Vangelo di Matteo 1,18-24

La Liturgia di questa quarta Domenica di Avvento, attraverso la figura di Maria e di Giuseppe, ci fa intravvedere e gustare i fatti che precedono la nascita di Gesù, nel mistero che celebreremo la notte santa del Natale. Il Figlio di Dio entra nella storia degli uomini attraverso la libera adesione di Maria, e di Giuseppe, che in modo differente collaborano alla realizzazione del progetto di Salvezza. Oggi ci viene riferito l’annuncio dell’angelo a Giuseppe, che difronte al pensiero di licenziare in segreto Maria, perché incinta, si apre al mistero accettando di divenire padre di Gesù secondo la legge e sposa Maria. In tal modo Dio fa compiere a Giuseppe un passo ulteriore nel suo cammino di fede, e lo rende protagonista di un evento di salvezza quale è stata la nascita di Gesù :” Tu lo chiamerai Gesù”. Giuseppe obbedisce e prende con sé Maria come sua sposa, e lei partorirà il Salvatore. Molto singolare e profonda la figura di Giuseppe, che accetta la chiamata divina, senza pronunciare parole. Dice il suo Sì con la scelta e l’azione e non con le parole. Si presenta come un uomo forte e coraggioso, capace di rischiare e di saper andare controcorrente. La fede gli permette di diventare “padre” di Gesù secondo la legge, e di creare con Maria sua sposa la famiglia dove il Figlio di Dio nasce e cresce, come tutte le nostre famiglie.

L’accoglienza di Dio nella nostra vita apre sempre vie, percorsi e orizzonti nuovi e inediti. E come Maria accolse la chiamata di Dio a divenire madre, così Giuseppe accetta e non chiede ulteriori spiegazioni perché ha capito che quella storia ha il timbro di Dio.  Oggi ci viene detto che l’adesione e l’eccomi pronunciato, dinanzi alla chiamata di Dio, non è fatto di tante parole ma di tanti gesti di disponibilità e collaborazione nei confronti di un Dio che passa nella nostra storia per continuare a nascere e dare nuova speranza all’uomo di oggi come a quello di ogni tempo e di ogni latitudine e lingua.  La parola rivolta a Giuseppe, come a ciascuno di noi, è una vera e propria vocazione: accogliere il Signore e testimoniarlo  ai fratelli. Siamo tutti chiamati ad accogliere la Parola del Signore e annunciarla con la vita, in base alla vocazione che ciascuno riceve, ma sicuramente tutti capaci di camminare nella strada, spesso oscura, che il Signore ci indica.

Anche noi, oggi, siamo chiamati al silenzio, all’ascolto di Dio che parla al nostro cuore attraverso i fatti e le oscure storie di vita di tanti nostri fratelli e sorelle. Cosa percepiamo di Dio, tra le oscurità della vita? Il Signore presente nella Parola, nell’Eucarestia, anche quando viviamo la notte dello spirito, è presente nell’oscurità e nelle sofferenze di ogni uomo, ma chiede di essere accolto e servito nei fratelli. Questa è la risposta attiva, costruttiva e silenziosa, che Giuseppe ci consegna, perché ancora oggi Cristo nasca e viva nelle storie degli uomini.

Fr. Giuseppe Piga

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