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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Commento Vangelo 1 dicembre

COMMENTO AL VANGELO DI MATTEO   24,37-44

Oggi comincia l’Avvento, tempo liturgico di preparazione alla venuta di Gesù in terra, : tempo che deve far nascere in noi il desiderio di Gesù e ci annunzia la buona notizia della venuta del Figlio di Dio tra noi. La vigilanza e l’attesa, insieme alla preghiera ci sostengono nella lotta contro il torpore e le distrazioni della società consumistica per accorgerci che il Signore viene nel nostro quotidiano e nella nostra vita in attesa del suo ultimo ritorno.Scriveva don Tonino Bello: “Avvento, attesa, ma di chi? Che cosa aspettiamo? Aspettiamo innanzitutto un cambio per noi, per la nostra vita spirituale e poi avvertiamo che stiamo camminando su sperono pericolosi che possono farci ruzzolare. Attesa di rinnovamento per noi e per la storia dell’umanità. Abbiamo nelle mani il Vangelo, ma siamo ancora cristiani irrisoluti, che camminano secondo le logiche della prudenza carnale e non della prudenza dello Spirito Santo… Siamo gente che riesce a dormire con molta tranquillità pur sapendo che nel mondo ci sono tante sofferenze”. Troviamo risposta nella pagina di vangelo di questa prima Domenica di Avvento, che ci richiama fortemente alla vigilanza in mezzo a situazioni difficili della vita. Gli ultimi tempi della storia saranno caratterizzati da eventi terrificanti, ma il credente è invitato a leggere il presente con lo sguardo nuovo della fede, orientato al futuro, al Cristo che viene e che verrà.

Come attenderlo e dove alimentare la speranza? Nella logica del vangelo di oggi, solo chi accetta di vivere in modo conforme alla fede può leggere i segni della presenza di Dio nella storia, e solo chi veglia dimostra di essere pronto in attesa di Colui che viene”nell’ora che non immaginate”!L’attesa del ritorno, non databile, di Cristo non generi in noi la paura, ma sia motivo di una attesa operosa e segnata anche dalla responsabilità di saperci figli di Dio, generati continuamente da Lui, che ogni giorno nella gioia e nella libertà e nella gratitudine vivono il loro presente in continuo atteggiamento di preghiera e nell’impegno di vivere le beatitudini: ad ogni povero ed ultimo della storia saper annunciare con le parole e con le opere che il Signore viene a salvarci e a consegnarci nuova speranza.

Fr Giuseppe Piga

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