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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Sabato 13 aprile

Come promesso dal Cappellano don Gaetano Galia, durante la Visita pastorale, d’accordo con la Direttrice e l’Arcivescovo,il 13 aprile scorso, è stato celebrato, nel Carcere di Bancali, il Giubileo della Misericordia, preceduto dalle confessioni,sabato santo mattina.Quattro i sacerdoti che si sono resi disponibili all’ascolto dei penitenti:don Gaetano Galia, don Giuseppe Virgilio, padre Luca Atzeni, don Gerolamo Derosas. In alcune ore hanno accolto, ascoltato, assolto e rimandato contenti alcune diecine di fratelli credenti in Cristo in stato di detenzione. Si pensava di poter ripetere, il giorno 12 l’esperienza del Sacramento della Riconciliazione,ma gli stessi Cappellanie penitenti ripetevano che“già si erano confessati e che già erano pronti!”… Per l’occasione con la collaborazione dei Cappellani e della Segreteria diocesana, è stato predisposto uno specifico libretto del Giubileo,strutturato in quattro parti:la preparazione del Sacramento della Penitenza, l’esame di coscienza,il passaggio della Porta Santa, il rito della Dedicazione della Cappella intitolata a San Sebastiano.La mattina del 13 aprile, puntualmente giungevano a Bancali i sacerdoti addetti con l’Arcivescovo e i volontari ai quali si sono unite la Superiora Provinciale delle suore delle Poverelle di Bergamo con alcune Consigliere.Man mano che i detenuti sceglievano di partecipare, giungevano vicino alla Cappella, nella grande sala-teatro attigua, padre Paolo spiegava a tutti col libretto in mano, i momenti da vivere. Il primo, il passaggio attraverso la Porta della Misericordia,con la lettura del Vangelo di Giovanni dove Gesù si rivela: “Io sono la porta delle pecore”, quindi, con la recita del Salmo 117 e il ritornello cantato:“Grande è il suo amore per noi”.Evidente l’emozione crescente sul volto di questi fratelli e sorelle,tutti compresi del momento importante che stavano per celebrare, una volta radunati e preparati ad attraversare la Porta della Misericordia, tutta adornata con fiori e rami verdi sistemati su un arco in ferro. All’interno ad attenderli l’Arcivescovo e a guidarli a due a due,con calma, padre Luca. Nella Cappella, lasciando i primi banchi a disposizione delle donne,delle volontarie e delle suore, si sistemavano gli uomini. Un bel colpo d’occhio offriva la Cappella con tutti questi partecipanti.Alcuni minuti di prove di canto,e di spiegazione della liturgia della Dedicazione della Cappella del Carcere, ed ecco il canto solenne d’ingresso, quindi la benedizione e l’aspersione con l’acqua. Dopo le letture proclamate dai detenuti, nell’omelia,padre Paolo, con brevità e semplicità ricorda il senso della Dedicazione della Cappella, quale spazio tutto riservato a Dio per l’incontro con Lui nella preghiera, nell’Eucaristia, e la richiesta di “avvolgere della sua santità questo altare eretto in questo ambiente speciale del Carcere”.Qui, ogni desiderio di riscatto,ogni processo rieducativo, ogni prospettiva di futuro. Non da soli ma insieme con chi accompagnatali processi e con chi ne condivide l’esercizio. Colpisce molto l’unzione dell’altare con il sacro Crisma, olio profumato benedetto il giovedì santo nella Cattedrale durante la Messa crismale.Poi un piccolo inconveniente:l’abbondanza del fumo prodotto alla combustione dei granelli d’incenso manda in tilt il sistema di allarme. Passano i minuti nessuno interviene, ma tutti continuano a cantare a voce spiegata e con grande gioia. Infine,la copertura e illuminazione dell’altare, con la Messa che procede come da rito. In tutto due ore e mezza di celebrazione,comprese le prove iniziali.Come è andata? Lo chiediamo a questi fratelli: “Una cosa ben fatta, bella!” – “Mi ha colpito molto il fischio dell’allarme per il molto fumo” – “È stato un modo per verificare la funzionalità dell’allarme” – “Una cosa lunga ma molto bella” – “Mi sono commosso e sono stato bene tutta l’ora” – “Ho capito che è giusto che la Chiesa faccia il Giubileo anche per noi, come per tutti fuori. Menomale che Dio non fa preferenze, tanto siamo tutti peccatori” – “Mi sembrava di essere come in una bella chiesa!”– “Il Giubileo? Sì, mi ero confessato due settimane prima e ci è stato detto che Dio con l’Indulgenza aiuta a riparare il male fatto e ad andare avanti”.Qui, nel Carcere, il Giubileo è davvero un’altra cosa! Ben ha fatto Papa Francesco e tutti gli altri Papi a stabilirlo per ricordare alla Chiesa e al mondo che la Misericordia è per tutti.

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