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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Auguri di F. Montenegro

Molti bambini hanno paura del buio, troppi adulti hanno paura della luce. Eppure la Pasqua è la festa della luce. Vivere la Pasqua da risuscitati vuol dire dunque essere e sentirsi figli della luce: donne e uomini capaci di speranza, di gioia, di sogni. Nonostante le ombre di morte e guerra, di persecuzioni e povertà, di terrore e attentati anche nel cuore dell’Europa, proprio qui e ora, il Signore ci chiede di cambiare rotta. Ci chiede di lasciare alle spalle le paure, gli egoismi, i rancori, per sperimentare il passaggio dalla sconfitta e dalla morte alla vita e alla vitalità. Senza paura di essere persone nuove. Anche se significa dover cambiare stile di vita, atteggiamenti, per vivere una fede non zavorrata da nostalgie, abitudini, paure. A volte infatti si tende a pensare che la fede la si possa vivere solo partecipando ai sacramenti o pregando nelle forme più svariate, escludendo dalla vita spirituale i bisogni dell’uomo e soprattutto dei più poveri. Quel tipo di fede presto o tardi diventa sterile. Invece quando ci si apre a una dimensione più completa che è quella evangelica, allora la fede diventa esperienza gioiosa e contagiosa, arricchente e stimolante. Lo abbiamo sperimentato, ad esempio, a Lampedusa durante gli sbarchi di migliaia di persone e in tante comunità che si aprono alle diverse forme di povertà del territorio, anche grazie a tanti giovani volontari che hanno voglia di mettersi in gioco per costruire percorsi nuovi in cui annuncio e testimonianza camminino di pari passo. Alla sequela di Cristo che appena risorto si mette in movimento e chiede ai suoi – e a tutti noi oggi – di abitare la strada. Pronti a pagare di persona il prezzo di una solidarietà che diventa passione per l’uomo, capace di additare in termini planetari e senza paure, i focolai da cui partono le ingiustizie, le violenze, le guerre, le oppressioni, le violazioni dei diritti umani.

F. Montenegro, Presidente Caritas Italiana

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