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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Lettera del Cappellano Don Gaetano Galia

Dalla Nuova Sardegna
DEMAGOGIA E POPULISMO AL 41bis AL CARCERE DI BANCALI
di Don Gaetano Galia
Uno vorrebbe stare zitto, fare il bravo sacerdote, che sorride a tutti, buonista… sì però certe volte non si può! In riferimento al- le posizioni sul 41bis al Carcere di Bancali, a Sassari, credo che come Cappellano abbia diritto anche io ad esprimere un’ opinione. Sono state dette tante cose: Sardegna Cayenna d’Italia, pericolo d’infiltrazioni mafiose, arrivo delle cosche a Sassari.
Alcune considerazioni. Ma tutti quelli che oggi urlano scandalizzati, dov’erano negli anni 2000 quando i vari governi di destra e di sinistra, finanziavano le nuove strutture carcerarie in Sardegna? Ho sentito con le mie orecchie, politici di destra e di sinistra, vantarsi di essere stati i "promotori di tali finanziamenti", anche perché sarebbero arrivati in Sardegna una “vagonata di milioni di euro e migliaia di posti di lavoro”. Forse in quel periodo non c’era la lungimiranza di cogliere che la costruzione di nuove carceri, riguardava an- che le strutture dei 41 bis! E allora perché oggi si grida tanto allo scandalo? Che simpatici quelli che cavalcano col senno di poi le disfatte: il petrolchimico in Sardegna, "lo dicevo io…".
Non sopporto, inoltre, la mentalità vittimistica di chi deve sempre dire che ce l’hanno con i sardi. Fischiano un fallo contro la Dinamo e ci vogliono far fuori, danno un rigore contro il Cagliari e non ci vogliono in serie A. E basta!! Il presidente Sardara ci ha dimostrato, che dove c’è professionalità, competenza, programmazione, e passione, si può andare lontano anche contro corazzate come Milano. Dico questo perché non accetto che se carceri come L’Aquila, Ascoli, Mi lano, Reggio Calabria, Parma, Spoleto, Terni, Viterbo, Cuneo hanno i 41 bis, perché noi sardi a priori dobbiamo rifiutare questi inserimenti? Ma siamo un popolo inferiore, ci manca qualcosa? Non penso proprio.
Le infiltrazioni mafiose, poi, non possono avverarsi con un colloquio al mese, fatto da un solo familiare che può entrare per fare visita. Che interesse può avere una famiglia ad abitare definitivamente in un posto per un colloquio al mese?
Ma sotto questo allarmismo denoto un altro aspetto negati vo: si fa passare un messaggio di debolezza della Nazione: lo Stato non deve mostrare paura nei confronti della mafia, la deve combattere, fronteggiare, deve dare ai giovani, al cittadino, la sensazione che le forze dell’ordine sono più forti delle nostre paure, che è normale che ci siano, come diceva Falcone, ma mai devono essere mostrate in maniera così
evidente. Lo Stato, la Sardegna non hanno paura della mafia e come tutte le altre regioni si organizzano di conseguenza, ma non retrocedono di un millimetro di fronte a questa forma di devianza.
La mafia, inoltre, non si combatte evitando i mafiosi detenuti, ma la si combatte con la prevenzione e la promozione di competenze sociali e di valori, nelle scuole e nelle parrocchie, nelle squadre di calcio e nelle associazioni, attivando percorsi di legalità, di onestà, di cittadinanza attiva, evitando quelle piccole raccomandazioni che tutti facciamo, dando la speranza ai nostri figli che il più bravo, il più competente, il più serio arriverà’, non il più raccomandato.
Come possiamo vedere il percorso è lungo. Ma non per questo, noi uomini di Chiesa e uomini di Stato possiamo abbassare la guardia. Mai, per motivi politici, populisti, demagogici possiamo far passare l’idea che non c’è speranza. Sarebbe uccidere, una seconda volta, le forze dell’ordine, i magistrati, i sacerdoti, i giornalisti, gli imprenditori, gli umili cittadini che hanno dato la vita per questi ideali. E questo sarebbe un omicidio ancora peggiore, perché fatto dalle istituzioni!

Don Gaetano galia
cappellano del Carcere di Bancali

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