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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

Venerdì 6 febbraio a Tramatza si è svolto l’incontro tra la Caritas Italiana e le Caritas Diocesane della Sardegna per preparare un cammino comune riguardo il prossimo Convegno ecclesiale nazionale, che si svolgerà a Firenze il prossimo novembre e avrà come tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”

Venerdì 6 febbraio le Caritas diocesane della Sardegna hanno incontrato la delegazione della Caritas Italiana che almeno una volta l’anno visita le regioni per conoscere, condividere, confrontarsi. In preparazione all’incontro ogni équipe diocesana ha riflettuto e relazionato sul proprio essere presenza nel territorio in merito a obiettivi, punti di forza e criticità, soprattutto negli ambiti: povertà, lavoro, famiglia, giovani, mobilità e accoglienza umana. Don Francesco Soddu, Direttore della Caritas Italiana, in apertura d’ incontro ha proposto una relazione sulla Traccia di preparazione al 5° Convegno ecclesiale di Firenze, che si celebrerà il prossimo 9-13 novembre, “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, al quale le Caritas diocesane sono chiamate a dare il proprio contributo.Tappa importante per la Chiesa e punto di verifica del Concilio Vaticano II, il Convegno di Firenze rappresenta un’ importante opportunità per le Caritas diocesane che possono verificarsi e ripensarsi utilizzando le piste di lavoro contenute nella Traccia di Preparazione diffusa in tutte le chiese locali. Un metodo per il cambiamento che porti alla conversione pastorale auspicata dagli Orientamenti Pastorali per il nuovo millennio. Cambiamento secondo la legge del Vangelo della fraternità e della giustizia, legame tra annuncio salvifico ed effettivo amore fraterno. Il cambiamento che porta la chiesa a prendere l’iniziativa senza attardarsi in una pastorale conservatrice, generica, dispersiva, frantumata. Un cambiamento che si basa sull’essenziale, in un discernimento dinamico, capace di leggere i tempi e le circostanze. È necessario, ha detto don Francesco, il realismo delle alleanze, della solidarietà, della sinodalità, affinando l’attitudine del discernimento comunitario. In tutto questo la Caritas, nella caratterizzante funzione pedagogica, deve domandarsi cosa sia necessario cambiare e con chi avviare questi cambiamenti. In una lettura dell’attuale situazione si è evidenziato come la ripresa dalla crisi sarà lenta e le diseguaglianze permarranno ancora, lasciando invariate le condizioni delle famiglie per il prossimo futuro. In questo contesto, in cui la società si presenta meno coesa e poco solidale, la Caritas deve favorire concretamente la cooperazione socia-le stando attenta a non sbilanciarsi sul “fare” di un attivismo sterile e in relazioni pubbliche funzionali solo alla gestione finanziaria, deve cogliere il reale e non essere astratta o autoreferenziale, vicina alla vita della comunità e al suo servizio, capace di coinvolgere gli altri uffici pastorali e le associazioni in una logica di pastorale integrata. La formazione permanente, che sarà favorita dal prossimo Piano Integrato di Formazione (PIF), rimane lo strumento essenziale per affrontare le sfide dei nostri giorni.

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