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OLTRE L’OSTACOLO
In Italia si contano oltre 1 milione di poveri assoluti in più rispetto al prepandemia, arrivando al valore record di persone in stato di povertà assoluta, 5,6 milioni (pari a 2 milioni di nuclei familiari).
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (9,4%), anche se la crescita più ampia, registrata da un anno all’altro, si colloca nelle regioni del Nord (dal 5,8% al 7,6%).

Dal Rapporto povertà 2021

STATUTO

 

Natura

La Caritas diocesana è l’organismo pastorale della Chiesa locale che promuove, in collaborazione con altri uffici, la testimonianza della carità, in ogni articolazione, con forme consone ai tempi e ai bisogni, per lo sviluppo integrale dell’uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e prevalente funzione pedagogica.

Articolo 2

Finalità

– Promuovere la cultura della carità, traducendo in spirito di comunione ecclesiale e concretamente i valori della carità predicata da Gesù;

– inserire la dimensione caritativa nella pastorale organica della Chiesa locale;

– educare la comunità diocesana e locale alla pedagogia dei fatti.

Articolo 3

Ambiti e Metodo

Gli ambiti della Caritas diocesana sono definiti da tre essenziali riferimenti:

– i poveri, da servire;

– la Chiesa, comunità da animare e coinvolgere, con la scelta preferenziale dei poveri;

– il territorio/mondo, nel quale ascoltare e leggere i segni da coltivare e valorizzare e gli appelli da corrispondere coi fatti.

Il metodo è quello proprio della Caritas: ascoltare, osservare, discernere per animare.

Articolo 4

Compiti

– Studiare e approfondire le motivazioni teologiche della diaconia della carità;

– educare al senso della carità e animarne il servizio verso i singoli, le famiglie, le comunità in situazioni di bisogno, individuandone le cause e cercando di prevenire;

– istituire, accompagnare e sostenere le Caritas parrocchiali;

– curare il coordinamento delle iniziative e delle opere caritativo-assistenziali di ispirazione cristiana;

– organizzare, in collaborazione con la Caritas italiana, e coordinare gli interventi di emergenza;

– collaborare con altre istituzioni religiose, cristiane e di altre fedi:

per ricerche, piani d’intervento, sensibilizzazione dell’opinione pubblica, volontariato, aiuto ai Paesi poveri.

Articolo 5

Collaborazioni pastorali

Per la formulazione del programma pastorale, la Caritas diocesana agisce in stretto rapporto con gli Uffici catechistico e liturgico; collabora, inoltre, con tutti gli altri uffici pastorali.

Articolo 6

Organi

Organi della Caritas Diocesana sono:

– il Presidente, è l’Arcivescovo, il quale è anche rappresentante legale della Caritas Diocesana,

– il Direttore,

– il Consiglio.

Articolo 7

Il Direttore

Il Direttore, nominato dall’Arcivescovo, dirige e coordina l’attività ordinaria della Caritas, a norma dello statuto.

Il Direttore convoca e presiede le riunioni del Consiglio; viene coadiuvato da una équipe e, quando lo richieda la situazione, da un vicedirettore nominato dal Vescovo, da un segretario, da un tesoriere e dai responsabili di settore proposti dal Consiglio. Questi formano la Giunta direttiva.

La Giunta si riunisce di norma mensilmente e ha il compito di proporre, esaminare, approvare le iniziative e verificarne la realizzazione.

Il Direttore fa parte del Consiglio pastorale diocesano, e se sacerdote, anche del Consiglio presbiterale.

Articolo 8

Il Consiglio

Il Consiglio è costituito dal Direttore, dalla Giunta direttiva, da un sacerdote parroco designato dal Consiglio presbiterale, da un religioso e da una religiosa designati dai rispettivi organismi della CISM e dell’USMI, da due laici indicati dalla Consulta diocesana delle Aggregazioni Laicali, da un referente di ciascuna zona pastorale.

Questi membri vengono scelti tra persone competenti, sensibili ed esperte nella pastorale della carità.

Nel Consiglio si possono cooptare anche rappresentanti di altri organismi e uffici pastorali, specialmente quelli coi quali più affini al settore.

Il Consiglio si riunisce almeno due volte all’anno.

Articolo 9

Compiti del Consiglio

– Discutere e approvare i programmi, verificarne l’attuazione;

– approvare i bilanci.

Articolo 10

La Caritas e le opere

La Caritas diocesana non gestisce, normalmente, opere permanenti, ma può promuoverne l’istituzione, lasciandone, appena possibile, la gestione ad altre strutture ecclesiali appositamente istituite, con responsabilità amministrativa autonoma, collegate con la Caritas diocesana (per es. attraverso la presenza del responsabile nel Consiglio direttivo).

La Caritas segue sempre queste opere, verificandone l’autenticità e sostenendole.

Articolo 11

Mezzi economici

I mezzi economici della Caritas diocesana giungono:

– dai fondi CEI per la Carità attribuiti dalla Diocesi;

– da offerte raccolte in varie forme;

– da eventuali donazioni e oblazioni di persone e enti.

Del denaro ricevuto e del suo impiego viene reso conto in Consiglio.

La Caritas diocesana ha una sua cassa e un suo bilancio.

Articolo 12

Rapporti con la Caritas italiana

La Caritas diocesana, quale espressione originale della chiesa locale, opera in armonia con gli indirizzi generali della Caritas italiana, in spirito di comunione e di collaborazione con le Caritas delle Chiese sorelle che sono in Italia.

Per gli interventi di emergenza nazionale e internazionale, la Caritas diocesana fa riferimento al coordinamento della Caritas nazionale.

Articolo 13

Rapporto con le istituzioni civili

La Caritas diocesana favorisce e mantiene rapporti di collaborazione con tutte le istituzioni civili del territorio, a beneficio dei bisognosi.

Articolo 14

Rapporti con la Delegazione regionale

I rapporti con la delegazione e il delegato regionale, nominato dalla Conferenza Episcopale, sono mantenuti dal direttore, il quale

– partecipa alle riunioni, personalmente o tramite il vice direttore;

– collabora con la Delegazione regionale e con le Caritas diocesane, per l’applicazione delle delibere e degli indirizzi della Conferenza Episcopale Sarda.

Articolo 15